Biographie
Il sole era appena tramontato e il buio era già calato in fretta nella valle.
" mei inscì, sarà tütt pusé facil" pensava lui mentre preparava il sacco. Un sacco piccolo, scomodo e consumato dagli anni, ma ciò non importava, tanto il viaggio non sarebbe stato lungo e le cose da portare erano poche. Il resto lo avrebbe lasciato in quella casa, in balia degli avvoltoi del villaggio che sebbene prima avessero tanto fatto per mandarlo via per il buon destino della comunità, poi non avrebbero avuto rimorsi a rubargli quanto avevano segretamente desiderato oppure pubblicamente disprezzato.
"mei inscì, sarà tütt pusé facil, al scüür a vedrò mia quel che lasi adré di spall"
Aveva tanto amato quel paese e tanto lo amava ancora. I muretti a secco, le casette, la fontana, il castagno secolare della piazza, la cappelletta,… Tutte cose che parlavano, che raccontavano la sua infanzia, il primo amore, il carnevale di Ré Tarlücch, la Madonnina della valanga, il trionfo dal fiöö dal Vacascia… . Ma il vento era cambiato e l’aria era diventata insopportabile. Solitamente non aveva niente contro i forestieri ma quello che era appena arrivato aveva qualcosa di odioso, ma solo per lui e pochi altri. Egli sapeva parlare e farsi apprezzare. Convinse tutti che la loro esistenza non poteva essere felice, e che avrebbero dovuto cambiare per esserlo. Suggerì nuovi idoli, propose nuovi dei, insegnò nuovi valori. Divenne subito il leader della comunità e spinse tutti verso la sua idea, un progetto ambizioso, quello del “Buon Raccolto per tutti” come amava chiamarlo. Ma lui non credeva in questa idea e la rifiutò apertamente.
" Certa gente non potrà mai essere dei nostri, noi dovremmo aiutarli ad andarsene" ebbe modo di dire il forestiero, con il più smagliante dei sorrisi e brandendo un bastone.
Lui capì che quella frase lo concerneva ed è per questo che decise a ga voreva fa sü Fagott.
Lassù, sotto lo spuntone del monte, aveva costruito un rifugio in una grotta e ora non gli restava che recuperare le ultime cose e prendere dimora lassù.
Stava già per uscire per l’ultima volta dalla casa in cui aveva sempre vissuto quando vide sulla panca il suo strumento preferito, un piccolo Banjo. Come aveva fatto a dimenticarlo?
"No, questo a g’al lasi mia nianca mort" disse legandolo nel retro del sacco.
Lassù, verso il suo rifugio già intravedeva la piccola luce della brace che aveva lasciato poco prima. Entrando, vi avrebbe trovato un ambiente caldo e accogliente, ma nello stesso tempo sarebbe diventato uficialmente un Crüsc. Mentre camminava sul sentiero, ad ogni passo sentiva il suo piccolo banjo che legato al sacco batteva contro lo stesso lasciando vibrare nell’aria delle vive note.
"Con ti, sarà tüta un'altra roba" disse rivolto al Banjo.
"Mia dumà con mi, vedarett" sembrava rispondere il Banjo che dal sacco vedeva altre piccole luci accendersi sulla montagna e altre vive note vibrarsi nell’aria…